Le novità estive di 19’40’’: uscite discografiche, concerti e progetti futuri by Marcello Corti

Tempo di ferie? Non per la crew di 19’40’’!

Mentre molti vanno in vacanza, noi siamo in piena attività: le nostre call del martedì mattina sono un concentrato di idee, novità e progetti in cantiere. Ma cosa bolle davvero in pentola? Te lo raccontiamo punto per punto – partendo da una notizia importante passata un po’ in sordina…

È uscito Der Maurer – volume 2: nove inediti di Enrico Gabrielli

Sì, lo ammettiamo: la nostra 26esima uscita discografica non ha avuto l’attenzione che meritava, complice un aprile e maggio piuttosto movimentati. Ma ora è il momento di recuperare! Der Maurer, volume 2 è il nuovo tassello della collana discografica 19’40’’, e raccoglie nove brani inediti firmati da Enrico Gabrielli. Un percorso compositivo ricco, articolato, pieno di svolte e visioni personali. E chi meglio di Enrico stesso può raccontartelo?

Enrico ha registrato per noi un video di circa dieci minuti dove spiega in prima persona come è nato Der Maurer, volume 2: tra aneddoti personali, indicazioni d’ascolto, riflessioni musicali, retroscena del progetto e una bella spolverata di sense of humor autobiografico, Enro vi regala un contenuto prezios:o per chi ama la musica contemporanea italiana, e per chi vuole scoprire qualcosa in più sul lavoro di uno dei motori di 19’40’’!

📺 Guarda il video completo qui sotto o sul nostro canale YouTube 19’40’’.

Una nuova uscita è in arrivo a settembre

Francesco Fusaro durante Puntuale 2025.

Nel frattempo stiamo lavorando alla 27esima uscita della collana 19’40’’, che arriverà nelle vostre case nel mese di settembre 2025. Non vogliamo anticipare troppo, ma possiamo già dirvi che sarà un lavoro molto coinvolgente, in cui è centrale la figura di Francesco Fusaro.

Siamo già a buon punto. Il materiale è nelle mani del mitologico Roberto Rettura, che lo sta portando a compimento il master dell’album. Mancano solo le ultime correzioni del libretto, la conferma delle grafiche, poi si procederà con la stampa e la spedizione. Insomma: la parte più difficile è alle spalle.

Puntuale III: il festival continua… cambiando nome

Anche il nostro festival continua a vivere e a trasformarsi. Dopo Puntuale Festival e Puntuale 2025, abbiamo deciso di chiamarlo semplicemente Puntuale III. Cambiare il nome ogni anno è diventata una nostra piccola tradizione: ci tiene vivi, attenti, non ci fa mai sedere sugli allori.

Abbiamo immaginato cinque appuntamenti da settembre 2025 a febbraio 2026, e già da marzo torneremo con attività più carbonare, nel nostro rifugio segreto: C3.

Dove si trova? Non lo sa nessuno. O forse sì. Il modo migliore per scoprirlo è seguirci sui nostri social (o, in alternativa, sposare uno di noi).

Puntuale 2025, la rassegna, il contenitore multidisciplinare di 19’40’’ a Biko Milano

Il nostro debutto al Teatro Donizetti

Un’altra novità che ci emoziona particolarmente riguarda il nostro debutto al Teatro Donizetti di Bergamo. Dopo aver portato Piccolo Signor Rumore all’Auditorium di Milano – quello di Largo Mahler, sede dell’Orchestra Sinfonica di Milano – abbiamo ricevuto l’invito a esibirci in uno dei luoghi più importanti della musica italiana.

A novembre 2025 porteremo lì il nostro primo concerto-game per bambine e bambini, con le musiche di Enrico Gabrielli e tutta l’energia che ci contraddistingue. È un’occasione importante, in un contesto importante, per parlare con un pubblico che consideriamo tra i più attenti e sinceri: i piccoli.

In uno scatto un po’ boomer, un po’ Albero Azzurro, ricordiamo con affetto la nostra prima esecuzione milanese. Alle nostre spalle, Goffredo, il robot. Ancora più alle spalle, una sala che pochi istanti prima era colma di stupore e curiosità.

Enrico Gabrielli, Goffredo, Marcello Corti, Sebastiano De Gennaro all’Auditorium di Milano in occasione di Piccolo Signor Rumore

Pinocchio al centro!

Tra le tante cose che accadranno in autunno, c’è anche il ritorno in scena del nostro Pinocchio: le musiche di Fiorenzo Carpi, che ci accompagnano in una delle storie più amate di sempre, torneranno dal vivo in una cornice ancora in via di definizione, ma che sarà nel centro Italia.

Appena avremo i dettagli, li condivideremo con voi. Per ora possiamo solo dirvi che sarà, ovviamente, bellissimo e che il team sarà quasi lo stesso. La novità più grande? Un ragazzo. Uno dei tre.

Le illustrazioni splendide di Enrico Gabrielli ispirate a Pinocchio!

Resta con noi

Se sei arrivato fin qui, vuol dire che qualcosa ti ha incuriosito. Ti ricordiamo che puoi acquistare il nostro ultimo CD, abbonarti alla collana, seguirci sui social oppure iscriverti alla newsletter per ricevere aggiornamenti, retroscena, nuove uscite e appuntamenti live.

La musica (contemporanea) italiana ha bisogno di ascoltatori curiosi, aperti, esigenti. Proprio come te.

“Der Maurer” Vol. 2 by Marcello Corti

La copertina di Der maurer volume 2

Siamo lieti di annunciare l'uscita del nuovo CD, "19m40s_26 Der Maurer vol. 2” già disponibile dal 26 aprile 2025. 

Questo è un secondo capitolo che segue 16 anni di distanza da Der Maurer vol. 1. Si tratta di un disco che raccoglie musica di Enrico Gabrielli, scritta su carta ed eseguita da vari ensemble e formazioni: da I Virtuosi della Scala, all’ensemble di musica contemporanea degli studenti del Conservatorio di Milano, dal duo LOLA alla collaborazione stretta e pluriennale con Sebastiano De Gennaro, da Milano Classica all’ensemble Fiato Moderno del Conservatorio di Cagliari. 

Enrico in Auditorium a Milano durante le prove del Concerto per Viola di Francesco Filidei

Questo disco è una lente di ingrandimento sul pensiero di Gabrielli compositore tout-court che esplora 26 anni di rapporto con la scrittura di “musica d’arte” e lo fa usando lo pseudonimo di Der Maurer. 

Nel booklet del disco. Enrico stesso racconta la sua storia a partire dagli anni “tra il 1996 e il 1999, anni lontani in una Milano piena di smog, di cabine del telefono pubbliche e di salvifici discount Pracchi”. Ormai, alla soglia dei 49 anni, la sua vita musicale ha incrociato il cammino di molti musicisti di aree estremamente diverse. In questa storia, oltre a raccontare dei suoi maestri (più o meno di lunga durata), quali Danilo Lorenzini, Salvatore Sciarrino e Alessandro Solbiati, disserta a modo suo sul crollo delle grandi ideologie compositive post strutturaliste e “post-in-generale”. Racconta di come, facendo un tempo il triste clarinettista a cottimo, conobbe e lavorò con Gustav Kuhn e fondò il primo ensemble di musica contemporanea del Conservatorio con Tito Ceccherini e

Alfonso Alberti. E narra anche di quando andò a Losanna nel 1997 con la Compagnia Carlo Colla e Figli, di Niccolò Castiglioni vagante e dinoccolato per i corridoi bui dell’istituto, dei giovanissimi e scintillanti Francesco Filidei (presente “Il nome della Rosa” in scena lo scorso aprile al Teatro alla Scala?), Mauro Lanza e Carlo Carcano a Città di Castello nel 1995, di Giovanni Allevi compagno di classe per tre mesi e di come Filippo Del Corno di poco più grande di lui, gli fece conoscere la musica di Ian McMillan. Prima di passare al lato oscuro della forza e divenire un musicista di popular music, Enrico frequentò le lezioni di Paolo Castaldi, di Bruno Bettinelli e di Marco Tutino e fu anche lui un testimone della musica colta a Milano. Se avesse insistito in quella direzione, forse, avrebbe intrapreso la carriera di compositore. Ma per ragioni contingenti, visse in prima persona (con le dovute distinzioni del caso) un senso di inadeguatezza simile a quello di Ennio Morricone nei confronti di Goffredo Petrassi e della musica, a sua detta “pura”. 

Enrico Gabrielli durante Cartoon Music a BIKO Milano

“Il pre da un lato e il post dall’altro” continua Gabrielli “senza mai trovare un centro di gravità permanente. Nell’attitudine speculativa restai completamente autodidatta e inventai i miei schemi e le mie formule. Partorii così le mie idiosincrasie, che in fin dei conti sono il perno dello stile di un compositore. E con quelle sono arrivato sino ad oggi.” 

Però se avesse fatto il compositore con la C maiuscola non ci sarebbero stati i Mariposa, i Calibro 35, i The Winstons, i dischi con PJ Harvey, con i Muse, con i Baustelle, l’incontro con Daevid Allen, con Damo Suzuki, con Mike Patton, con Iggy Pop e soprattutto non sarebbe nata la collana 19’40’’ grazie alla quale questo disco è uscito. Quindi tutto sommato è andata bene così. 

Cartoon Music - un documentario by Marcello Corti

Behind 19’40’’: una serie di documenti video che raccontano quello che succede dietro le quinte della Collana anti-classica fondata da Gabrielli, De Gennaro e Fusaro nel 2016.

Con questo video vi portiamo a BIKO club in occasione di CARTOON MUSIC, il sesto appuntamento di Puntuale 2025. Per scoprire l’ultimo appuntamento potete cliccare sul pulsante qui a lato.

Grazie a tuttx per questi sei appuntamenti pieni di pubblico attento e curioso. Potete sostenere l’attività di 19’40’’ sottoscrivendo un abbonamento, offrendoci un caffè, acquistando il nostro merch o attraverso la pagina di bandcamp di 19’40’’ o degli Esecutori di Metallo su Carta.

Buona visione di Cartoon Music - un documentario

Arcade Music: musica per giochi, più o meno video by Marcello Corti

ARCADE MUSIC VOL.II

Biko Milano, Via Ettore Ponti, 40, 20143 Milano MI, Italy
Prevendita 10€, tessera Arci obbligatoria

Apertura porte ore 21:30

Cos’è Puntuale 2025

Puntuale 2025 è un contenitore di eventi, concerti, incontri, conferenze, lezioni, occasioni pensate per raccontare, spiegare e eseguire musica. Sette appuntamenti a BIKO per chi vuole esplorare con curiosità attraverso i suoni.

Puntuale 2025 è stato: Plantasia di Mort Garson, W V.E.R.D.I., Chino ‘Goia’ Sornisi, Tierkreis, Morton Feldman, Cartoon Music.

Altro ancora sulla musica dei (video)giochi

Dopo la scorsa edizione di ARCADE MUSIC, che chiuse la precedente sequenza di appuntamenti per Puntuale, noi di 19’40’’ abbiamo deciso di NON chiudere il capitolo videogame soundtrack. Tutt’altro! Ripartiamo da dove eravamo arrivati e cioè dalla musica di Ghosts’n Ghouls di Tim Follin e di TzO The Ghost Game di Sebastiano De Gennaro. 

E proveremo a spingerci oltre, con le musiche di David Kanaga, temi celebri come Zelda e la presentazione di un gioco di recente produzione.

Esecutori di Metallo su Carta:

Enrico Gabrielli, sintetizzatore, fiati
Sebastiano De Gennaro, sintetizzatore, percussioni
Damiano Afrifa, sintetizzatore
Luisa Santacesaria, sintetizzatore

Guests:

Soulgivers | Luca Cervini

Soulgivers non è solo un gioco da tavolo. È un esperimento visivo e un progetto autoriale. Un "contenitore" di forme essenziali, materiali tattili e meravigliose illustrazioni realizzate con una particolare tecnica fotografica, frutto della ricerca artistica portata avanti negli anni dall'autore, Luca Cervini.

Nel multiverso di Soulgivers si raccontano le vicende collegate alla Decadenza, la malattia cosmica dai mille volti nata dalla distruzione del Primo Anello, il pianeta artificiale che rendeva possibili molteplici realtà.

Per Puntuale Festival 2024, il buon Riccardo Caldirola aveva elaborato questa straordinaria graifca

Come è andata a Cartoon Music? by Marcello Corti

Mercoledì 16 abbiamo finalmente portato in scena Cartoon Musica, una piccola raccolta di corti d’animazione musicati e sonorizzati dal vivo.

Vi lasciamo la scaletta completa dei corti proposti: potete apprezzare la colonna sonora originale. Se in alcuni casi poco è cambiato rispetto alla nostra esecuzione, in altri il risultato è stato completamente diverso.

Mickey Mouse - The Haunted House

The Haunted House è un corto animato della durata di circa 7 minuti diretto da Walt Disney. La musica porta la firma di Carl Stalling, compositore a cui tanto deve lo sviluppo della grande musica per cartoni animati fino alla fine degli anni 50. Tra i suoi lavori spiccano le Silly Symphonies e la musica dei Looney Toons.

Bisogna notare che, sebbene non sia il primo film in cui Mickey Mouse parla, è il primo in cui Walt Disney in persona gli conferisce la tipica voce in falsetto che lo caratterizzerà per tutta la sua esistenza.

In fase di distribuzione, Disney ebbe alcuni problemi con la censura statunitense, a causa della gag che coinvolgevano un vaso da notte e una latrina; la pubblicazione del visto ritardò di alcuni giorni l'uscita del film, che tuttavia fu proiettato nella sua interezza.

In tempi recenti viene spesso tagliata la scena in cui, trovatosi al buio nella casa spettrale, Mickey Mouse esclama Mammy! Per quanto possa sembrare un’esclamazione priva di problemi, questa frase e l’intonazione rimandano immediatamente al comico Al Jolson: Jolson è conosciuto in particolare per l’utilizzo frequente della blackface, la pratica di raffigurare in modo caricaturale persone afrodiscendenti anche attraverso l’utilizzo di una pittura nera in volto. Se tale pratica oggi è inconcepibile, ai tempi era particolarmente diffusa: questa pratica è considerata fortemente offensiva a partire dagli anni ‘60 ed oggi è più che mai viva la discussione sulla sua liceità. Se pensate che il MET ha utilizzato la blackface per l’ultima volta nel 2015 per caratterizzare Otello nelle produzioni verdiane, capite come il problema possa essere tutt’altro che risolto.

Pink, plunk, plink

Qui si entra nel territorio classico della battaglia musicale a suon di note e pistole. Ce ne sono di celebri: dalla Symphony Hour della Disney, dove i componenti dell’orchestra si trovano a maneggiare strumenti distrutti, al celebre duello pianistico tra Tom e Jerry, o alla “Rhapsody Rabbit” con Bugs Bunny e Duffy Duck dove a più riprese ci potrebbe scappare il morto.

Pink, plunk, plink titolo che cita una canzone del compositore Leroy Anderson del 1951, è un cartone animato trasmesso nel maggio 1966, e diretto da Hawley Pratt. Si tratta di uno dei celebri corti della Pantera Rosa, creatura pinktroversa nata da una sigla animata per un film di Blake Edwards. Lei è alle prese con un violino, e tenta maldestramente di suonare il suo stesso tema musicale a firma di Henry Mancini. Poi prova a farsi assumere dall’orchestra dell’Hollywood Bowl creando rabbia e disappunto nel direttore d’orchestra (il celebre Little Man). In programma c’è la Quinta Sinfonia di Beethoven. E alla fine solo una persona applaudirà dal pubblico l’esito del concerto. E non sarà però una persona qualsiasi…

Pulcinella e il pesce magico

Alla fine degli anni Settanta, quando la RAI si stava orientando verso la messa in onda di serie animate giapponesi, i registi e animatori Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati accettarono la proposta della Televisione Svizzera Italiana per la realizzazione di una breve serie antologica di carattere fiabesco.

Tra il 1979 e il 1981 furono così realizzati sei cortometraggi. Il primo di questi fu Pulcinella e il Pesce Magico, che è una rielaborazione della fiaba dei fratelli Grimm Il pescatore e la moglie, e proviene dal volume La tarantella di Pulcinella che Luzzati aveva illustrato qualche anno prima. La musica è accreditata a Oscar Prudente, che di fatto è la rielaborazione di brani popolari.

Il perno di tutta la faccenda però è il doppiaggio che nell’originale è un costante e accennato bofonchiare dei personaggi, dove, qua e là si capiscono solo alcune parole chiave. Tipo “spaghetti” e “umbrell”. Erano gli anni della Linea di Cavandoli e di Streapy di Bozzetto, cartoni che sospendevano l’eloquio in italiano, in favore di una comprensione più mimica e internazionale. Oggigiorno avremmo dovuto attendere Shaun The Sheep della Aardman per questo genere di risultato.

Sapete cosa era il Ferraniacolor? Si trattava di uno dei primissimi procedimenti cinematografici a colori sviluppato in Italia dalla Ferrania Technologies. Il primo film italiano a colori non poteva che essere una roba religiosa: Mater Dei del 1950, la storia della Madonna per un circuito sostanzialmente parrocchiale. Ma il secondo film, il più celebre e uno dei più formidabili prodotti dell’industria cinematografica italiana, fu Totò a Colori di Steno del 1952. L'uso di una pellicola a colori per quei tempi necessitava l'impiego di luci molto forti, a scapito della vista, e Totò soffriva già di problemi all'occhio sinistro; nessuno osava guardare in quelle lampade ad arco, all'epoca, per paura di danni alla retina. Si dice che la parrucca dell'attore fumasse, tanto era il caldo, e che, nel bel mezzo di una scena, questi sia addirittura svenuto. Il tipo di procedimento utilizzato era quello sottrattivo tricromico monopack, e fu impiegato in ambito cinematografico fino alla chiusura dell'azienda e all'adozione del sistema Technicolor. 

L’esito finale è talmente carico di magia cromatica che abbiamo deciso di includerlo in questa carrellata di cartoon music. Qui il celebre sketch con Totò che, in fuga dal cognato siciliano armato di coltello serramanico, fa finta di essere una marionetta. Sulla musica della Parade der Zinnsoldaten di Leo Jessel.

+1 -1

Guido Manuli è a nostro modestissimo parere uno dei più grandi geni dell’animazione italiana. Uno che se fosse nato in Francia o in America sarebbe considerato un super cult. Alcuni di noi se lo ricordano, come stile e sagacia, nei piccoli corti inseriti nel programma Quark di Piero Angela.  Inizia la sua carriera a Milano, dove si era trasferito da Cervia, iniziando come illustratore. Nel 1960 inizia a lavorare insieme a Bruno Bozzetto ricoprendo varie funzioni, fra cui quella di animatore, disegnatore, regista e direttore artistico. Per Bruno Bozzetto ha lavorato sui lungometraggi animati: West and Soda, Vip – Mio fratello superuomo, Allegro non troppo e anche nella serie del signor Rossi. Nello stesso tempo realizza sigle televisive e personaggi per la tv e la pubblicità. Risalgono a questo periodo le creazioni dei personaggi: "Donna Rosa", "Cavallino Michele", "Johnny Bassotto" e il Pappagallo per Portobello (il programma di Enzo Tortora). Nel 1991 vince un David di Donatello per la migliore sceneggiatura di Volere Volare di e con Maurizio Nichetti.

I più lo conosceranno per colui che ha realizzato le animazioni di “I Wanna Be Your Lover” dei fratelli La Bionda e “La Serenissima” del Rondò Veneziano. Daft Punk scansate.

Quello che presentiamo questa sera è un capolavoro del 1973 dal titolo +1 -1 che parte dallo storico assunto “Life is a film”, per poi concludere la frase solo alla fine del cartoon con “without one of us is another film”. Non ve lo facciamo vedere per ragioni musicali, anche perché le musiche di Massimo Noè e Pino Santapaga sono piuttosto datate, quanto piuttosto per pura e semplice divulgazione culturale. Come a dire: questo cartone animato va conosciuto.

Eccoci arrivati al grande nome dell’animazione italiana: Bruno Bozzetto. Non ha grande necessità di presentazione. Molta della sua vita artistica si è intrecciata ai già sopracitati Guido Manuli e Maurizio Nichetti. La Milano degli anni in cui operavano questo pool di creativi straordinari, è ben ritratta in Milano ‘83 di Ermanno Olmi: operaiale, sporca, grigia, brulicante di una vita sociale ancora intrecciata al terra, al dialetto, alla semplicità. Quella città è il centro creativo dove nasce uno dei massimi capolavori della nostra cinematografia: Allegro non troppo del 1976. 

L'idea del film nasce da un ascolto casuale del Bolero di Ravel, che diede a Bozzetto l'immagine di una crescita continua e incontrollata. Bozzetto desiderava dare una risposta con una diversa mentalità, sensibilità e gusto all'illustre precedente costituito da Fantasia. Questo film doveva costituire un superamento ironico del modello, qualcosa di più e di diverso, a partire dai contenuti: ecologia, consumismo, sessualità, politica...

Allegro non troppo si distingue nettamente da Fantasia perché la musica serve da sfondo per le storie che vengono narrate nei singoli episodi. Come racconta lo stesso autore «Ho visto dodici volte Fantasia. Disney ha dato un'illustrazione essenzialmente grafica della musica, mentre io ho cercato di raccontare delle storie. (...) È molto più difficile realizzare una storia seguendo la musica che non abbandonarsi alla fantasia grafica.»

Lo stesso Bozzetto ha animato da solo, quasi come un gioco personale, l'episodio della Danza slava n° 7 di Dvořák, il più semplice ed essenziale del film.

The lesson

Robert Arshavirovich Sahakyants nacque a Baku, nell'Azerbaijan sovietico, il 30 agosto 1950. Nel 1964, si trasferì con la famiglia a Yerevan, nell'Armenia sovietica. Dal 1970, lavorò presso lo studio cinematografico Armenfilm come animatore e dal 1972 come regista di cartoni animati. Autore di numerosi cartoni animati, nel 1987 gli fu conferito il titolo di Artista Onorato della RSS Armena. Nello stesso anno, il suo film d'animazione, "The Lesson", fu presentato al festival cinematografico dell'Unione Sovietica, dove vinse un premio. Nel 2008, ricevette il titolo di Artista Onorato d'Armenia. I suoi film hanno ricevuto premi in festival cinematografici internazionali in Italia, Spagna, Francia, Germania, Giappone, Ucraina e altri paesi.

The Lesson, del 1987, è un cortometraggio di circa 16 minuti. A tutti gli effetti è un lavoro armeno/sovietico perché gli anni in cui venne realizzato c’era ancora l’URSS. Lo si intuisce dal fatto che le numerosissime presenze pubblicitarie contenute nella prima parte del cartoon sono italiane. L’Italia a quel tempo era l’occidente più prossimo, perché unico paese in Europa con un partito comunista rilevante. 

Siamo nella più pura fantascienza surreale e psichedelica, vicino a quella di Roland Topor e di Metallo Urlante: un’astronave con un pool di astronauti edonisti e dal grilletto facile fanno irruzione in un nuovo pianeta e le conseguenze saranno inaspettate. 

Stiamo realizzando un piccolo documentario in cui riassumiamo la serata, proponendovi l’ascolto parziale di quanto abbiamo eseguito in una delle live più emozionanti di questo Puntuale 2025. Vi lasciamo la galleria black&white realizzata da Riccardo Caldirola.

Grazie per essere stati con noi in questa serata di colori, musica, parole e rumori. Tutto insieme.

Cartoon Music a Biko il 16 Aprile by Marcello Corti

CARTOON MUSIC

La musica dei cartoni animati: da Steamboat Willie ad altre incursioni nel classic cartoon

Cosa accomuna Steamboat Willie di Walt Disney, la Pantera Rosa, i cartoni di Gianini e Luzzati, Bruno Bozzetto? Che tutti sono cartoni animati “veri”, ovvero fatti con olio di gomito, disegni e colori a mano. Oggi solo lo studio GHIBLI procede con quel tipo di artigianato. Per il resto quasi tutto ormai si fa con il digitale. 

La musica del periodo classico del cartone andava di pari passo con la qualità del processo produttivo: scrittura veloce, rapidi cambi di scena, ampio uso di temi della musica classica. Harry Mancini scriveva il tema della Pink Panther, George Hamilton Green (https://www.19m40s.com/09-teethcow) suonava le musiche del primissimo cartone della storia Disney, Cab Caloway appariva nei cartoni di Betty Boop. E poi venivano eseguiti, reinventati e storpiati composizioni di Franz Von Suppé (Symphony Hour del 1942), di Jean Sibelius, di Antonio Vivaldi, di Antonin Dvorak (Allegro non troppo di Bruno Bozzetto del 1976), di Ludwig Van Beethoven (Pink, Plunk, Plink del 1966) e moltissimi altri ancora.

Di tutto questo e anche di più suoneremo e vedremo assieme a Enrico Gabrielli, clarinetto e pianoforte, Marcello Corti, tromba e flicorno e Beppe Gagliardi, percussioni. Con noi anche Alessandro Trabace!

Come è stato incontrare Morton Feldman? by Marcello Corti

Eseguire la musica di Morton Feldman nelle sale da concerto è una questione delicata. Farlo in un club dall’anima black soul è una vera sfida: una salita ripida, a occhi bendati, sulle mani e sotto lo sguardo di un pubblico tutt’altro che generalista.

Puntuale 2025 si è rivelato così eterogeneo da metterci di fronte a un pubblico di addetti ai lavori: musicisti, compositori, appassionati e conoscitori, tutti attenti, spartito alla mano e orecchie ben aperte. Un incontro decisamente diverso rispetto a quello avvenuto in occasione di *Plantasia*, dove invece il BIKO era pieno di ospiti lontani dal mondo della musica contemporanea.

Francesco Fusaro ha raccontato Feldman con una presentazione "come si fanno davvero le presentazioni": Comic Sans giallo su sfondo azzurro, meme su meme e un sunto estremo della biografia e delle caratteristiche stilistiche e compositive.

La Carta della Musica ha proposto l'esecuzione delle Intermission n.1 n.2 e n.4 per pianoforte solo, un brano del 1986 intitolato A Very Short Trumpet Piece—sei minuti di monodia per tromba sola—e il lento e disteso Bass Clarinet and Percussion del 1981. In totale, abbiamo suonato circa 40 minuti di musica e chiacchierato per trenta.

Ospite della serata, il percussionista Elio Marchesini, straordinario musicista e raffinatissimo esecutore. Insieme a lui, Enrico Gabrielli, Sebastiano De Gennaro e Marcello Corti hanno affrontato i lenti sviluppi feldmaniani con i loro strumenti d’elezione.

Il prossimo appuntamento è dedicato alla Cartoon Music: dimenticatevi però le principesse Disney, perché a Puntuale vogliamo esplorare con voi qualcosa di tutto tranne che mainstream.

La serata è stata possibile grazie a:
Elio Marchesini, percussioni
Sebastiano De Gennaro, percussioni
Enrico Gabrielli, clarinetto basso
Marcello Corti, tromba

Francesco Fusaro, testi e voce

Carlo Zollo, audio
Virginia Faraci, audio e luci
Riccardo Caldirola, foto

Otta e lo staff di Biko, anticlassici e straordinari.

Torniamo a C3 con due programmi tutt'altro che digitali by Marcello Corti

19’40’’ torna a C3 per una data dedicata a musica tutt’altro che digitale: Sebastiano De Gennaro e Enrico Gabrielli presentano due programmi che ruotano intorno alla musicassetta. Insieme a loro, l’amico Pietro Puccio.

Cosa faremo a C3?
Questo è la prima proposta (clicca)
Questa è la seconda proposta

Martedì 25 Marzo vi aspettiamo a C3. Non vi possiamo dire dove: ma potete scriverci su telegram cliccando il bottone sotto.

W V.E.R.D.I. a Parma, una recensione by Marcello Corti

Il fungo atomico

Luogo prezioso. Bel pubblico. Biliotti in forma e decisamente più centrata nei ruoli molteplici e gender fluidi. Enrico con nessuna tensione, Camillo disponibilissimo. Qualche intoppo di tecnica e problema di luce risolto alla buona. con un fungo atomico sottoilluminato

Cena vegana come la sanno fare solo a Parma: Con ragout e spezzatino.

Arrivati all'una e 10 a Milano.

Marcello Corti, Camillo Lepido, Francesca Biliotti, Enrico Gabrielli

Sembra una mattata, ma andare a Parma nel weekend é un po' come andare a Biko da Merate in un giorno lavorativo. Cambia solo la distanza in km.

La.cosa migliore? La Biliotti che guida al ritorno dimostrando senza grandi parole che il gendergap se esiste non tocca sicuramente le competenze viabilistiche.

Il pubblico che piano piano si accomoda a ColonneVentotto

La 26esima uscita di 19'40'' è in cantiere by Marcello Corti

19’40’’, lo avrete capito, è un po’ così: settimane di apparente quiete e poi, di colpo, un nuovo album, un nuovo lavoro, una coperta musicale, un cadavere squisito, una stagione pubblica, una carbonara, collaborazioni, documentari, progetti nuovi… tutto insieme, tutto catapultato nell’oceano ricco di microplastiche dei nostri social. Dove le microplastiche sono i contenuti inutili che inquinano le nostre vite.

Per questo il blog è, per noi, uno strumento prezioso: ci permette di tenere in ordine, archiviare tutto quello che, altrimenti, finirebbe bruciato in un effimero sfruttamento da piattaforma META-derivata.

La fonte più interessante da cui attingere i contenuti di questo periodo di preparazione della 26esima uscita, è sicuramente il gruppo WhatsApp di 19’40’’, tra foto di figli, di arti infortunati e di gomme bucate (sic!), ci sono piccole perle che raccontano quello che sta succedendo dietro le quinte.

O anche solo delle figate atomiche, come ad esempio questi scatti di uno dei luoghi migliori di Milano, la sede dei Carlo Colla a BASE.

Il 24 febbraio invece eravamo al Blackbear Studio di Lissolo, lo studio di Seba, e stavamo registrando un lavoro inedito di Enrico. La situazione era surreale e quindi bellissima. Abbiamo qualche scatto che testimonia il profondo e contrito impegno esecutivo dei nostri ospiti. A proposito, li conoscete? Ve ne parlo più avanti.

Lorenzo D’Erasmo e Gabriele Lattuada, il duo LoLa

Siamo poi finiti in uno studio di registrazione distopico, fermo al 1968. E’ lo sstudio di Piero Umiliani con tutto il gear originale. Rifatevi gli occhi con questi scatti!

Infine abbiamo incontrato un vecchio amico, Luca Medioli, cornista raffinato e musicista sensibile. Insieme a lui abbiamo inciso un altro brano della 26esima uscita. Con Luca abbiamo già inciso Plantasia nell’arrangiamento per ensemble che è uscito per 19’40’’ più di tre anni fa! Lo trovate nel nostro shop anzi no, è soldout!

Questo mese ne abbiamo combinate parecchie: C3 con La favola della realtà, Biko con Tierkreis, la 26esima uscita in lavorazione, le spedizioni della speciale e della 25esima… insomma, ci stiamo dando sotto. Grazie per il sostegno! Ogni piccolo gesto ci aiuta a portare avanti questo piccolo progetto, significativo per noi e per voi.


Ci vediamo da BIKO il 19 Marzo per una retrospettiva su Morton Feldman by Marcello Corti

ATTENZIONE, per cause di forza maggiore, abbiamo dovuto invertire le date di Marzo e Aprile. La programmazione di Puntuale cambia, ma non troppo.

MORTON FELDMAN

una retrospettiva

Morton Feldman, per chi non lo conoscesse, rappresenta qualcosa di più di un semplice compositore americano, attivo tra la fine degli anni quaranta e per quasi tutti gli anni ottanta. Lui rappresenta un’ideale figura di artista completo applicato alla musica. Quindi non un progettista di strutture o un matematico degli eventi, ma un vero e proprio animo multimaterico e interdisciplinare confluito nella partitura. 

Conobbe bene Jackson Pollock, Mark Rothko, Samuel Beckett, tutta gente che parlava di senso del presente in un modo decisamente non accademico. E soprattutto non storicizzato.

Eseguiremo due brani: The King of Denmark del 1965 per percussioni e Bass clarinet and percussion del 1981 appunto per clarinetto basso e percussioni.

Lo faremo assieme a un grande ospite e amico: Elio Marchesini alle percussioni, uno dei massimi esperti di percussioni contemporanee in Italia. Assieme a lui Sebastiano De Gennaro percussioni) Enrico Gabrielli (clarinetto basso) e Francesco Fusaro che racconterà Feldman in poche, semplici e “puntuali” parole.

Come è andato TIERKREIS? by Marcello Corti

E’ difficile riassumere una serata come quella di Mercoledì a BIKO. Molto difficile. Potremmo parlarvi del clima di profondo ascolto che c’era, del pubblico numeroso e attento, della magia della musica di Stockhausen e della sorpresa di un’Aria di Saturno di Roberto Lupi davvero intensa. Per non parlare poi di Dream, piccolo capolavoro firmato Cage, eseguito in un modo scuro, profondo e elettroacustico dagli Esecutori di Metallo su Carta.

Però forse le parole giuste sono quelle di Alessandro Trabace: “dopo Sanremo, ci voleva proprio!”

Vi lasciamo gli scatti dell’immarcescibile e insindacabile Riccardo Caldirola. La prossima data di Puntuale è con Elio Marchesini e Morton Feldman. Ma come? Esatto: abbiamo invertito l’ordine dei concerti. Ma se ci seguite sui social, vi raccontiamo poco a poco cosa sta succedendo.

L'Oroscopo di 19'40'' by Marcello Corti

TIERKREIS di KARLHEINZ STOCKHAUSEN

Musica e astrologia

I legami tra musica e astrologia sono sempre un ottimo pretesto per fare musica che celi significati multipli, che parli di più cose sovrapposte, che dica qualcosa nascondendo qualcos'altro.

L’occultamento di senso è uno dei giochi preferiti dei compositori di musica colta contemporanea, e nella maggioranza dei casi chi scrive lascia direttamente all’ascoltatore scavare e trovare ciò che c’è di più nascosto. Il signor Stockhausen però, a differenza di molti altri colleghi, ha sempre lasciato in un angolo una pala con cui scavare meglio e prima.

Nel 1975 Karlheinz Stockhausen compose dodici melodie, una per ogni segno zodiacale, per lo spettacolo teatrale Musik Im Bauch. Le melodie, chiamate Tierkreis, erano destinate a sei percussionisti e carillon, e sono state ispirate da bambini, amici e conoscenti nati sotto i vari segni zodiacali. Stockhausen scrisse anche dodici testi che descrivevano le caratteristiche dei 12 tipi umani legati ai segni. Il campanile del Municipio di Colonia ancora oggi usa queste melodie come rintocco delle ore della giornata.

L’esecuzione integrale di Tierkreis che proponiamo, è in una trascrizione pensata e incisa da Sebastiano De Gennaro (https://www.19m40s.com/11-tierkreis) su tastiere giocattolo e violino.

Gli Esecutori di Metallo su Carta sono: Alessandro Trabace al violino, Angelo Trabace, Sebastiano De Gennaro e Enrico Gabrielli alle tastiere CASIO.

Dj set a cura di Classical Hooligans: Dimenticate i salotti polverosi e le accademie imbalsamate: Classical Hooligans vi lancia in un DJ set feroce e imprevedibile, dove un compositore arrivato da Sirio flirta con fughe barocche, riverberi intergalattici e serenate per satelliti. Tra echi di monoliti sonori e distorsioni cosmiche, seguiremo le tracce di un cane lunare in un viaggio instabile tra esplorazione e collisione.

Come è andata al BIKO con Sornisi? by Marcello Corti

Vi lasciamo la galleria degli scatti che il buon Riccardo Caldirola ha realizzato durante la bella serata dedicata a Chino Goia Sornisi: è stato bello farvi ascoltare musica di Gioachino Rossini per circa un’ora senza farvi capire che era musica di Gioachino Rossini.

Potete ascoltare il primo, incredibile brano utilizzando il lettore che vi mettiamo quì sotto: come dice Damiano Afrifa, questo brano è un trattato di armonia.

I protagonisti del terzo appuntamento di Puntuale 2025 sono stati Enrico Gabrielli, Sebastiano De Gennaro, Luisa Santacesaria e Damiano Afrifa, insieme a Francesco Fusaro. La tecnica è di Virginia Faraci (luci) e Carlo Zollo (audio). C’era anche Giacomo Cracco a girare immagini preziose per i futuri curiosi musicali. Il project managing è di Marcello Corti e BIKO invece porta il nome di Otta.

Grazie a chi era con noi da BIKO. Ci vediamo il 19 Febbraio per una data dedicata a Stockhausen e all’astrologia insieme a Angelo e Alessandro Trabace, Sebastiano De Gennaro e Enrico Gabrielli!

Chino 'Goia' Sornisi, il documentario by Marcello Corti

Chino Sornisi soprannominato ‘Goia’, nasce a Pesaro il 29 febbraio dell'anno 1892. Compositore, musicista e inventore italiano, viene ricordato per il suo importante contributo alla creazione della musica ma anche e soprattutto per essere l’inventore di uno dei primi strumenti musicali elettronici.

Attratto dalle tecniche di registrazione e manipolazione del suono, assistete personalmente, nel 1913, alla prima apparizione pubblica degli intonarumori al teatro Sorchi a Modena dove Russolo presentò uno scoppiatore.

Fin dalla fine degli anni dieci, Sornisi cominciò a progettare alcuni sistemi elettromeccanici per la produzione del suono. A metà degli anni venti costruisce la prima versione dell’eterodiofono, di fatto uno dei primi i sintetizzatori della storia. Lo strumento era in grado di sfruttare gli errori di sintonizzazione dei radiotrasmettitori, più di 40, alla fine di generare suoni con differenti altezze.

Nel 1924 Sornisi, tramite una telescrivente da lui riparata, entra fortuitamente in contatto Maurice Louis Eugène Martenot, musicista telegrafista francese. Si tratta di una straordinaria coincidenza: i due musicisti cominciano a scambiarsi informazioni distanza e nell'autunno dello stesso anno Sornisi si trasferisce a parigi dove resterà fino alla morte, avvenuta nel 1968.

A Parigi scrive molte delle sue migliori produzioni strumentali. Ospitato nel laboratorio Martenot, riprende la sua ricerca sugli strumenti elettronici perfezionando l’eterodiofono. Al 1926 risale la sua composizione Eterodiophone Romantique, probabilmente il primo caso di utilizzo di un arpeggiatore artificiale costruito utilizzando un rullo meccanico a calamite in grado di sollecitare, a distanze prestabilite, il campo magnetico dell’eterodiofono.

Dal 1928 al 1945 Sornisi frequenta i migliori compositori ed inventori dell'epoca. Nella sua casa a Passy compone, costruisce nuova apparecchiatura e comincia a registrare sul nastro molto materiale.

Dalla metà degli anni ‘50 Sornisi sperimenta l'uso dell’LSD e continuerà ad assumere sostanze allucinogene fino all'ultimo dei suoi giorni. Una delle sue ultime composizioni pare sia una piccola messa solenne per due sintetizzatori, un harmonium, quattro voci soliste e coro. La leggenda attorno a quest'opera dice fosse un capolavoro, ma purtroppo non è rimasta traccia.

HindeMIDIth by Marcello Corti

Siamo estremamente felici di annunciare l'uscita del nuovo CD, "19m40s_25 HindeMIDIth", che sarà disponibile dal 25 dicembre 2024. Il progetto, curato da 19'40'', esplora la musica di Paul Hindemith attraverso un’inedita combinazione di strumenti acustici, sintetizzatori, elettronica e MIDI, offrendo una visione “alternativa” della sua opera. 

Germania, anni Venti del Novecento: in un clima di fermento, Paul Hindemith, figura emblematica della musica del Novecento, inizia a emergere come compositore e musicista. Reduce dalla Grande Guerra e temprato dalle difficoltà della sua epoca (in futuro sarà considerato dal regime nazista musicista “degenerato”), Hindemith sviluppa una visione della musica come un'attività artigianale, un "fare" che non si limita a una mera composizione, ma include anche una profonda esplorazione timbrica e formale. La sua musica, caratterizzata da una sperimentazione costante, si nutre di un incontro tra tradizione e innovazione.

Questo CD prende vita proprio dalla fase più sperimentale di Hindemith, che negli anni Venti e Trenta della Repubblica di Weimar si dedica a forme compositive eccentriche, con l'inclusione di nuovi strumenti e tecnologie. La sua visione musicale, aperta all'uso di strumenti meccanici e elettronici, è il punto di partenza per questa reinterpretazione in chiave moderna, dove il digitale e l'analogico si fondono con il suono tradizionale. In questo contesto, "19m40s_25 HindeMIDIth" non solo celebra l'opera di Hindemith, ma lo fa esplorando nuove possibilità sonore attraverso l'uso di strumenti MIDI e sintetizzatori, unendo il passato con il futuro in un dialogo continuo tra il rigore della musica classica e le potenzialità del suono contemporaneo. Noi, con 19’40’ dunque’, abbiamo ipotizzato che se Hindemith avesse raggiunto l’era del digitale ne avrebbe fatto ampio uso. E con questo disco abbiamo voluto provare a dimostrarlo.

Tracklist

Kammermusik Nr. 1 op. 24 Nr. 1, 1922 (Mockup Version by Enrico Gabrielli for MIDI instruments, clarinet, trumpet and percussion)

Sonate für Kontrabass und Klavier, 1955 (Version for MIDI instruments and double bass by Sebastiano De Gennaro and Roberto Benatti)

7 Triostücke für 3 Trautonien, 1930 (Analogue synthesisers version recorded live @ Santeria Club in Milano, December 9, 2018)

Trickaufnahmen für Schallplatte, 1930 (Reconstructed and re-imagined by Francesco Fusaro)

Chi era Chino Goia Sornisi? Una serata elettroacustica a BIKO by Marcello Corti

APERTURA PORTE ALLE 21:00, INIZIO EVENTO ALLE 21:30

DISCOVERING THE ELECTRONIC MUSIC OF CHINO ‘GOIA’ SORNISI

L’elettronica a là Wendy Carlos del Grande Pesarese…

Nessuno conosce Chino ‘Goia’ Sornisi, vero? Noi di 19’40’’, saremmo disposti a scommetterci. Già, e come è possibile che nessuno conosca questo grande, immenso, straordinario compositore e pioniere dell’elettronica analogica? 

Autore di brani come Fuga per quattro oscillatori pretenziosi del 1921, di Encore de memento del 1968 e di quella fulgida gemma di musica e narrazione che è Un Petit Train électronique de Plaisir del 1927? Amico di Martenot a Parigi e inventore dell’Eterodiofono? No, vero? Questo è un classico tipico scempio della musicologia mondiale che ha fatto rastrello della storia per ragioni probabilmente politiche o nazionaliste. Ok sì Delia Derbshire, ok David Vorhaus, va bene Wendy Carlos, ma non si può dimenticare bellamente una personalità eclettica e importante come Sornisi! 

Non si può non pensare che dietro questa eclissi ci sia stata del dolo, della volontà. Forse era talmente grande da adombrare i pionieri dell’elettronica del ‘900 di area anglosassone? Il mistero è ancora aperto. Noi saremo qui, con quattro sintetizzatori analogici e una voce recitante, a raccontare, illustrare e rendere finalmente giustizia al Grande Pesarese dell’elettronica. Ci abbiamo fatto un disco intero per cui ne sappiamo qualcosa (https://www.19m40s.com/07-chinogoiasornisi).

La formazione comprende Enrico Gabrielli (al JEN SX-1000), Sebastiano De Gennaro (al KORG MS 20), Luisa Santacesaria (al MULTIVOX) e Damiano Afrifa (al JUNO-106) e Francesco Fusaro narratore.

Occasione imperdibile e unica al mondo. Questo è poco ma sicuro…

Come è andata mercoledì con W V.E.R.D.I.? by Marcello Corti

W V.E.R.D.I. è stato un roller coaster emozionale: un ibrido tra cabaret, narrativa, performance, cinema, humor, critica alla società tardoromantica. Un pastiche ben riuscito di cui vi concediamo i preziosissimi scatti di Riccardo Caldirola preceduti da un video-riassunto che ben racchiude il senso della serata.

Abbiamo capito due lezioni importanti: che in serata infrasettimanale dobbiamo cominciare puntuali (giurin giurello) e che dobbiamo continuare a esplorare al di fuori della nostra (e della vostra) zona di comfort. Quale sia questa zona, non lo abbiamo ancora capito.

Grazie a tutte, grazie a tutti, grazie a tutt*

19’40’’ racconta la musica di Giuseppe Verdi per chi di opera non ci capisce niente! by Marcello Corti

La rassegna Puntuale 2025 prosegue al BIKO Milano con il secondo appuntamento musicale e divulgativo curato da 19’40’’ (www.19m40s.com). Al centro della lezione-concerto, la musica del grande Giuseppe Verdi raccontata da Enrico Gabrielli e Marcello Corti con la partecipazione straordinaria di DENTE.

Una rockstar, un direttore d’orchestra, un tenore, un musicologo e un violoncellista si incontrano in uno spazio creativo dal cuore soul-black ’n funk nel quartiere Barona per raccontare la musica di Giuseppe Verdi. Sembra l’inizio di una barzelletta, ma è esattamente quello che accadrà l’11 dicembre 2024 al BIKO Milano. Protagonisti della serata saranno Enrico Gabrielli (già CALIBRO 35 e The Winstons), Marcello Corti (Orchestra Sinfonica di Milano), Vito Martino (tenore), Francesco Fusaro (19’40’’ e MFZ Records) e Camillo Vittorio Lepido, che suoneranno e racconteranno due delle più celebri opere di Verdi.

La prima serata di Puntuale 2025

L’obiettivo della serata è far vivere al pubblico due opere iconiche del Verdone Nazionale (no, non Carlo) parlando però a chi non ha la minima idea di cosa siano Rigoletto e La traviata. Niente tecnicismi né accademismi: la squadra della collana discografica 19’40’’ vuole narrare due storie straordinarie che, ahimè, sono sempre meno parte del nostro immaginario collettivo.

La traviata e Rigoletto saranno proposti in un formato ridotto, anzi ridottissimo, con incursioni nel mondo pop: cinema, YouTube, televisione, radio e cultura popolare si intrecceranno con Victor Hugo, Francesco Maria Piave e persino Federico Fellini. A rendere la serata ancora più surreale, la presenza virtuale di un certo Giuseppe originario della provincia di Parma, forse più noto con lo pseudonimo DENTE.

A completare il programma, Francesco Fusaro presenterà W V.E.R.D.I. (Quasi un epitaffio), una composizione di una pagina che combina musica, design grafico e commento socio-politico. Creata nel 2012 per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, è stata pubblicata da 19’40’’ nel 2018.

La serata non ha intenti didattici né è pensata per un pubblico esperto. È invece perfetta per chi non capisce nulla di opera, ma vuole curiosare in questo mondo musicale, accompagnato da una birra fredda e da una buona dose di senso dell’umorismo.

“Puntuale è il contenitore di idee di 19’40’’ – spiega Enrico Gabrielli – con cui vogliamo accogliere e accompagnare il pubblico attraverso sette incontri e percorsi musicali. Ogni data sarà un mix di musica eseguita, musica raccontata, aneddoti, proiezioni, divagazioni e sabotaggi. Venite, perché saranno appuntamenti… puntuali!”

Puntuale 2025 è un’iniziativa ideata e curata da 19’40’’, un collettivo di artisti e musicisti italiani che punta a offrire esperienze musicali innovative e accessibili. Ogni appuntamento sarà un’occasione per esplorare nuovi territori sonori e culturali, creando uno spazio di confronto tra artisti e pubblico.

Le prevendite per l’evento sono già aperte su dice.fm. Il biglietto costa 10 euro + diritti di prevendita, con obbligo di tessera ARCI.

Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, visita il sito ufficiale: www.19m40s.com o bikomilano.net.

MACLE live a BLOOM by Marcello Corti

Siamo andati al Bloom di Mezzago per vedere Asfalto che suona, il film di Roberto Delvoi premiato al SeeYouSound Festival 2024. A conclusione della proiezione, Enrico Gabrielli ha eseguito NY Counterpoint, Enrico e Seba hanno poi suonato Clapping Music e in conclusione l’intero team di 19’40’’ ha portato al pubblico del BLOOM uno dei lavori più sorprendenti: Macle di Julius Eastman.

Vi lasciamo volentieri il video della performance LIVE.

Potete trovare MACLE all’interno di Black Classical Music, la 21esima uscita di 19’40’’ dedicata ai compositori afrodiscendenti. Black Classical Music è stata una delle uscite più sentite degli ultimi otto anni di attività discografica. L’album contiene musiche di Joseph Bologne, Chevalier de Saint-Georges, Samuel Coleridge-Taylor, Thomas Wiggins, William Grant Still, Robert Nathaniel Dett, John Wesley Work III, George Walker e naturalmente Julius Eastman.

Potete acquistare Black Classical Music nel nostro shop esclusivo. Restano in totale 20 copie su 200 di questa tiratura che non verrà mai più stampata. Ciascuna delle 20 copie è numerata a mano.