Penguin Cafe Orchestra: a Retrospective / by Enrico Gabrielli

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ContempoRarities IV

Domenica 1 dicembre 2019, h18

“Penguin Cafe Orchestra: a retrospective”

Arthur Jeffes, chitarre e tastiere

Alessandro “Asso” Stefana, chitarre e tastiere

Esecutori di Metallo su Carta:

Yoko Morimyo, violino e viola

Angelo Maria Santisi, violoncello

Federico Pierantoni, trombone

Damiano Afrifa, tastiere

Enrico Gabrielli, fiati e tastiere

Sebastiano De Gennaro, percussioni

Andrew Quinn, sound reacting visual

“Nel 1972 ero nel sud della Francia. Avevo mangiato del pesce cattivo e stavo male. Mentre ero sdraiato a letto, avevo una strana visione ricorrente: davanti a me, c'era un edificio di cemento. Ho potuto vedere nelle stanze, ognuna delle quali era come fosse scansionata da un occhio elettronico. Nelle stanze c'erano tutte persone preoccupate. In una stanza una di esse si guardava allo specchio e in un'altra una coppia faceva l'amore, senza alcun trasporto. In una terza stanza un compositore ascoltava musica attraverso le cuffie e intorno a lui c'erano montagne di apparecchiature elettroniche: eppure tutto era silenzio. La scena era per me una desolazione ordinata. Era come se stessi guardando in un posto anonimo. Il giorno dopo, quando mi sentivo meglio, ero sulla spiaggia a prendere il sole e improvvisamente una filastrocca mi è saltata in testa: 'I am the proprietor of the Penguin Cafe, I will tell you things at random' (“sono il proprietario del Penguin Cafe, ti dirò cose a caso”).”

Also sprach il buon Simon Jeffes (Sussex, 1949-1997), il fondatore e mente dietro alla misteriosa e onirica concezione della “Penguin Cafe Orchestra”.

La PCO è stato un ensemble che eseguiva musica scritta originale, pasticciando con il mondo ambiguo del folk, del minimalismo e dell’ambient music. L’impianto della forma concettuale in realtà voleva avere qualcosa di “classico” ma la massiccia presenza di strumenti a corde e di objet trouvé (come armonium, percussioni elementari e organetti da due lire) tradiva quel particolare gusto inglese per l’intimità che non necessitava di una formazione colta o di virtuosismo tecnico.

La retrospettiva degli Esecutori di Metallo su Carta prende a piene mani dai dischi più importanti della loro produzione: “Broadcasting from Home” del 1984 e “Penguin Cafe Orchestra” del 1981 su tutti.

La presenza di Arthur Jeffes, figlio di Simon e musicista dalla mente brillante sancisce che questa musica mantiene una forza e una continuità che, speriamo, sarà consegnata all’incerto futuro. È un musica da una forte componente emotiva senza strepiti senza inutili sprechi di retorica: un giorno, questa attitudine, tornerà ad essere un valore.

Ne siamo certi.