Il Picchio di Sebastiano De Gennaro

Cosa poteva essere per l’ominide nella preistoria il suono? La percezione del suono ed il suo utilizzo? Non lo sappiamo, o lo sappiamo in parte. Probabilmente passava attraverso la voce, ma contemporaneamente, e forse prima, era la percussione.
Forza gravitazionale: è in questa attrazione naturale della terra che si spiega e si manifesta il gesto del percuotere, ciò che permette di percepire il peso, la caduta ed il suono. Un processo che sul nostro pianeta si ripete ogni momento, da sempre, e che effettivamente può esser considerato l’origine più remota ed arcaica della musica.

Prendiamo ad esempio un animale, il Picchio. La sua percussione è rapida e precisa come se fosse quantizzata da un software ‘beat detective’, è scandita nel tempo con pause non casuali, il timbro varia se il picchio batte sul legno, sul metallo o sulla pietra; è un linguaggio complesso, so che è estremamente antico eppure suona alle mie orecchie spaventosamente moderno. Così è proprio il percuotere del picchio ad essere la perfetta metafora per descrivere ciò che è questo disco: una raccolta di forme e linguaggi musicali complessi che adoperano il mezzo primitivo della percussione.    
Percussione ed elettronica, un meraviglioso connubio di genesi e sviluppo, il senso del tempo, l’origine e l’evoluzione.

 

Il Picchio, l’imminente terza uscita 19’40”, è un disco a cui pensavo da tempo, un’impresa che finalmente realizzo: raccogliere cinque composizioni per percussione sola ed elettronica di autori viventi ed in attività (alcuni molto giovani) che nel DNA contengano il gesto primordiale della percussione ed il suono evoluto dell’era digitale. Louis Andriessen, David Lang, Edmund Campion, Nikolay Popov ed Enrico Gabrielli (la cui composizione Coppia di Allotropi del 2017 prende forma per la prima volta su questo disco) sono i protagonisti de Il Picchio ed assieme alla loro rara e bellissima musica, hanno dato concretezza a quest’opera il violino e la viola di  Yoko Morimyo, il mix di Roberto Rettura, i disegni di Pietro Puccio, le parole e le idee di Francesco Fusaro.

Sebastiano de Gennaro

Sebastiano De Gennaro

Sebastiano de Gennaro (Besana 1979) multi-percussionista, rumorista, batterista atipico, compositore autodidatta. All’età di 10 anni comincia a studiare batteria. Milita in varie band suonando disparati generi musicali dal progressive all’hardcore punk. Nel 2000 viene ammesso al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, dove si diplomerà in Percussioni con Maurizio Ben Omar. Approfondisce gli studi con i percussionisti olandesi del Royal Concertgebouw al conservatorio di Amsterdam. Dopo il diploma si dedica alla ricerca di un linguaggio ed uno stile propri. Vibrafono, Marimba, Xilofono, vecchi tamburi, giocattoli da 0 a 12 mesi, oggetti riciclati, strumenti a pile, compongono il suo parco strumenti. Il suo percorso trasversale lo porta negli anni a lavorare al fianco di importanti musicisti e cantautori del panorama italiano. E’ attivissimo nella diffusione ed esecuzione del repertorio contemporaneo anche negli ambienti non accademici.
Nel 2009 ha inciso con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Aion di Giacinto Scelsi (Stradivarius). Nel 2010, per la Rai, ha partecipato al premio internazionale Prix Italia sezione Musica. Nel 2011 ha inciso il suo primo disco solista Hippos Epos (Parade). Nel 2013 ha inciso 19’40’’ on Cage (Parade), album interamente dedicato alla musica di John Cage. È stato per diversi anni componente di Naqqara Ensemble. E’ membro fondatore dell’ensemble Esecutori di Metallo su Carta. Nella musica ‘popular’ collabora ed ha collaborato tra i tanti anche con: Baustelle, Le Luci Della Centrale Elettrica, Pacifico, Der Maurer, Edda, Calibro 35.
Ha inciso per BMG Ricordi, Sony, Warner, Stradivarius, Ponderosa music, Universal, Mescal, Barlumen recors, Trovarobato.

http://www.sebastianodegennaro.com/
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